Gli Astronomica di Marco Manilio |
Storia dell'astrologia | |||
Tra gli studiosi di astrologia che si distinsero sin dagli albori dell'impero romano, vi è sicuramente Marco Manilio, poeta romano vissuto tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., che è stato autore di un'importante opera, gli Astronomica, che riprendevano concetti nati dalla cultura e dall'astrologia egiziana e che si soffermavano sull'uomo zodiacale. Tuttavia, se per Lucrezio, le stelle ed i pianeti hanno un moto casuale, per Manilio non solo ci sarebbe un ordine nel moto degli astri, ma essi influenzerebbero il comportamento ed il destino degli uomini. Attraverso gli astri, è possibile vedere le cose: "gli astri sono gli occhi della mente". Ai diversi influssi astrali, verrebbero ricondotte non solo le differenze fra gli individui, ma anche quelle fra gli interi popoli. L'astrologia, dunque, avrebbe valenza "etnica"; ciò permetterebbe di spiegare le differenze tra popoli: non sarebbero basate sugli aspetti culturali, ma, gli aspetti culturali, sarebbero influenzati dagli astri. Gli Astronomica si dividono in cinque libri dove Marco Manilio spiega i collegamenti tra il cosmo e l'uomo, facendosi portatore di quei valori che caratterizzarono l'astrologia occidentale, da Aristotele in poi, secondo cui i pianeti e la vita sarebbero l'espressione di un tutto organico e risponderebbero alle stesse leggi naturali. Manilio spiegò che la natura è governata e diretta dal moto dei cieli e dei corpi celesti e che l'uomo, in quanto vivente nel mondo naturale, è posto per natura entro queste leggi naturali. Negli "Astronomica", attraverso l'analisi degli influssi degli astri sul corpo umano, Marco Manilio, riprendendo l'astrologia degli antichi egizi e degli antichi babilonesi, pose le basi della cosiddetta astrologia "medica", secondo la quale, ogni parte del corpo umano è ricollegabile ad un segno zodiacale secondo uno schema: dal primo segno, l'Ariete, che simboleggia la testa, all'ultimo segno, i Pesci, che simboleggiano i piedi.
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