Secondo la storia ufficiale, Pitagora, nato a Samo, piccola isola della Grecia nel mar Egeo, nel 575 a.C., noto per il famoso teorema di Pitagora, è stato un matematico e filosofo, fondatore della scuola dei pitagorici, a Crotone.
In realtà, la vita di Pitagora è avvolta nel mistero e di lui sappiamo pochissimo, ma molto ci è rimasto in merito alla concezione pitagorica secondo la quale l'intero universo è costituito da numeri.
La filosofia, infatti, ha preso piede nella storia della matematica, sin dall'antichità e ha stimolato la ricerca di numeri che fungessero da chiave "cosmologica", ovvero che aiutassero a comprendere l'universo. Per Pitagora, questi numeri erano raffigurabili attraverso un ente geometrico simbolico: il tetraktys, che rappresentava la successione dei primi quattro numeri e costituiva l'emblema dell'armonia e del cosmo.
Alla scuola dei pitagorici, è anche attribuito il collegamento simbolico con i quattro elementi, ad opera di Filolao (470 a.C. - 390 a.C.), un pitagorico della seconda generazione che avrebbe fatto coincidere i quattro livelli del tetraktys ai quatro elementi della tradizione filosofica (Fuoco, Terra, Aria e Acqua), ordinati in virtù del loro peso. In cima il fuoco, l'elemento più leggero, poi l'aria, poi l'acqua ed infine la terra secondo questo schema:
Punto, linea, superficie piana e spazio
1) Il (primo) punto, o punto superiore, che rappresenta l'unità fondamentale, la compiutezza, la totalità, e simbolicamente viene fatto coincidere con l'elemento Fuoco.
2) I due punti, che rappresentano una linea e la dualità, gli opposti complementari, il femminile e il maschile, e, simbolicamente vengono fatti coincidere con l'elemento Aria.
3) I tre punti, che rappresentano la superficie piana, la misura dello spazio e del tempo, la dinamica della vita, la creazione, e, simbolicamente, vengono fatti concidere con l'elemento Acqua.
4) I quattro punti, che rappresentano lo spazio, la materialità, gli elementi strutturali e, simbolicamente, vengono fatti coincidere con l'elemento Terra.
In definitiva, con Pitagora ed i pitagorici si assiste al primo ambizioso tentativo, che verrà ripreso da Socrate, Platone ed Aristotele, di ricondurre ad unità il pensiero filosofico con la matematica.
Un altro esempio, oltre a quello del tetraktys, è quello dello gnomone, un orologio solare la cui forma ricorda quella di una elle. Per Erodoto, il "padre" della Storia, lo gnomone fu originariamente uno strumento astronomico proveniente dalla Mesopotamia, e successivamente pervenuto nel mondo greco. Nella tradizione pitagorica, invece, lo gnomone rappresenta molto di più: è un concetto matematico relativo ai numeri quadrati, cioè quei numeri che si moltiplicano per loro stessi, ma il nome da cui deriva è il termine "Gnomè", che indica la conoscenza e il divenire. E cioè proprio il fine ultimo della filosofia.
Da questo collegamento, tra la matematica e la filosofia, nacque anche la numerologia, cioè lo studio della possibile relazione, che successivamente venne definita "esoterica" tra i numeri e l'universo. In origine, infatti, la numerologia e la cosiddetta "divinazione numerologica" erano pratiche molto popolari fra i primi matematici come Pitagora, ma, con l'ampliarsi di questa disciplina ed il suo rivolgersi verso il mondo mistico, non fu più considerata parte della matematica.
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