Astrologia, stagioni e segni zodiacali |
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Infatti, i segni zodiacali (il segno zodiacale è indicato dal luogo dello zodiaco in cui si trova il Sole al momento della nascita) sono dodici in quanto, per ognuna delle quattro stagioni, ritroviamo in natura tre fasi corrispettive.
In ognuna delle quattro parti dell'anno (le quattro stagioni) ritroviamo dunque una tripartizione:
1) un incremento (inizio di una qualità, per esempio caldo);
2) un permanere (una qualità, per esempio il freddo, si stabilizza);
3) un declinare (una qualità, per esempio il secco, diminuisce).
All'interno di ogni stagione, quindi, abbiamo una fase di crescita di un fenomeno luminoso, uno stabilizzarsi ed infine una diminuzione di questo stesso fenomeno luminoso (tipico della stagione).
All'interno di una stagione "il tempo si agita, si fissa, perseverando nel medesimo stato, e muta"[2].
Questo ripetersi di fenomeni luminosi è costante e si ripropone in ogni stagione e può essere sintetizzato come: inizio, centro e fine.
Suddividendo le quattro stagioni in tre ulteriori fasi, otteniamo dodici suddivisioni (ciascuna di 30 gradi) che corrispondono ai 12 segni zodiacali.
Per questa ragione, distinguiamo in:
-) Segni di inizio stagione (quattro per ogni stagione): Ariete, Cancro, Bilancia e Capricorno;
-) Segni di centro stagione: Toro, Leone, Scorpione e Acquario;
-) Segni di fine stagione: Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci.
I segni zodiacali sono, quindi, a stretto contatto con le stagioni dell'anno.
Infatti, gli antichi astrologi, tramandarono alcune distinzioni dei caratteri naturali dei segni collegandole direttamente alle stagioni.
La prima volta in cui, nel primo e più importante manuale di astrologia (il Tetrabiblos di Claudio Tolomeo), si parla di segni zodiacali è, infatti, nel capitolo 11° (del I libro) a proposito di segni solstiziali ed equinoziali (cardinali), solidi (fissi) e bicorporei (mobili).
Tolomeo ci dice che le costituzioni dei segni dello zodiaco sono "simili ai tempi che si producono in essi" (cioè nelle stagioni) e che queste caratteristiche si aggiungono a quelle che verranno esposte, più avanti nella trattazione, quando si parlerà delle "virtù dei segni in sè e per sè, considerati in assoluto e uno rispetto all'altro [3]".
Ogni segno dello zodiaco ha quindi una propria qualità, simile al suo tempo (posizione all'interno della sua stagione).
Conoscere la qualità della stagione, non è, però, sufficiente.
Infatti, anche se all'interno di ogni stagione, domina una di due qualità (per esempio nella primavera, che è caldo-umida, domina l'umido), a seconda che si tratti di un segno di inizio stagione, di centro o di fine stagione, cambiano le proporzioni con cui questa qualità è distribuita.
Per semplificare, distinguiamo i segni zodiacali, a seconda che siano segni di inizio, centro o fine stagione: segni cardinali (inizio stagione), segni fissi (di centro stagione) e segni mobili (di fine stagione).
Per semplificare, perchè, in effetti, Tolomeo non si riferisce esplicitamente di segni cardinali (Ariete, Cancro, Bilancia e Capricorno), ma li suddivide in due categorie: i segni solstiziali che prendono avvio i giorni del solstizio (Cancro al solstizio d'estate e Capricorno al solstizio d'inverno) e i segni equinoziali (Ariete all'equinozio di primavera e Bilancia all'equinozio di autunno).
Fu, infatti, Tolomeo stesso a chiarire, che: "la prima distinzione dei segni proviene dall'essere solstiziali, equinoziali, altri solidi, altri bicorporei.
Due sono i segni solstiziali, l'uno occupa i trenta gradi a partire dal solstizio estivo ed è il segno del Cancro, l'altro i trenta gradi a partire dal solstizio invernale ed è il segno del Capricorno.
Questi segni presero il nome dall'evento che in essi si produce, giacchè il Sole al loro inizio si volge indietro, convertendo in senso contrario il suo percorso in declinazione e produce nel Cancro l'estate e nel Capricorno l'inverno" [3].
Altri due son chiamati equinoziali, il primo a partire dall'equinozio di primavera, l'Ariete; l'altro, la Bilancia, a partire dall'equinozio di autunno. "Anch'essi presero il nome dell'evento (naturale) che ivi (cioè in questo luogo dello zodiaco) si verifica, giacché quando il Sole giunge all'inizio di essi rende ovunque le notti uguali al giorno".
I segni fissi (segni solidi) sono: Toro, Leone, Scorpione e Acquario, giacché quando il Sole entra in questi segni le qualità tipiche di ogni stagione (per la primavera l'umido, per l'estate il caldo, per l'autunno il secco, per l'inverno il freddo) diventano evidenti, "ci toccano maggiormente ed in modo più solido".
I segni mobili (bircorporei) sono, infine, quelli che seguono i segni solidi: Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci. Si trovano tra i segni solidi ed i segni cardinali e, in questo modo, "partecipano, per la loro fine ed il loro inizio, alle proprietà naturali di due costituzioni del tempo".
[1] Gerolamo Cardano afferma che "la natura passa da un estremo all'altro attraverso un medio" - Cfr Commento al Tetrabiblos I.11 di Claudio Tolomeo a cura di Giuseppe Bezza (pag 227 - Edizione Nuovi Orizzonti).
[2] Alcabizio - V. Nota n.5 (pag 230) del Commento al Tetrabiblos I.11 di Claudio Tolomeo a cura di Giuseppe Bezza.
[3] Tetrabiblos I.11 di Claudio Tolomeo a cura di Giuseppe Bezza.
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