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Curiosità e cultura è a cura di Germain Lacroix Home Cultura Cagliostro

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Cultura

Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro

Indice
Il Conte di Cagliostro
Vita di Cagliostro
Cagliostro e la massoneria
Il rito egizio
La fama di Cagliostro
Morte di Cagliostro
Sentenza di condanna

cagliostro

 

 

 

 

 

 

 

Il famoso Conte di Cagliostro o, più semplicemente, Cagliostro che nacque a Palermo il 2 giugno 1743 nel segno dei Gemelli.

Il suo vero nome, accertato tramite un certificato di matrimonio, era Giuseppe Balsamo.

Dopo una vita avventurosa, fu condannato dalla Chiesa cattolica al carcere a vita per massoneria ed eresia e rinchiuso nella fortezza di San Leo, in Emilia, dove morì il  26 agosto 1795 (come comprovato dalla decisione papale allegata in fondo all'articolo).

Chi era Cagliostro?

Di lui si danno fondamentalmente due versioni.

La prima, che lo vuole praticante e maestro dell'esoterismo e dell'alchimia, e, la seconda, che lo vede come un indaffarato truffatore tra le Corti e i carceri di mezza Europa.

Certamente, fu un uomo avventuroso e coraggioso che, nel bene o nel male, è riuscito a far parlare di sè al punto di entrare nella storia. Dalla sua vita, inoltre, emergono numerose curiosità relative alla storia moderna, che ci catapultano in un mondo passato.

La sua vita, si intreccia con quella di personaggi di ogni genere: dall'alta nobiltà del settecento, a protagonisti del mondo letterario come W.Goethe e della mondanità come il nostro Giacomo Casanova. 

Vita di Cagliostro

La sua infanzia, non fu facile. Il padre morì quando era ancora in giovane età e iniziò i primi studi in un istituto per orfani da dove fuggì più volte.

Successivamente, fu affidato al convento dei Fatebenefratelli di Caltagirone, con la speranza che, nonostante l'indole ribelle, imparasse un mestiere.

Fu qui che il giovane Cagliostro iniziò ad interessarsi di erbe medicinali e dei loro effetti, utilizzati dalla medicina di quell'epoca.

Lasciato il convento, si tramanda che si rese responsabile di alcune truffe e fu costretto a fuggire.

Durante la fuga, conobbe un certo Althotas, un greco con il quale avrebbe viaggiato in Egitto ed a Malta che, a dire di Cagliostro, lo avrebbe introdotto, nel 1766, nell'Ordine dei Cavalieri di Malta.

Negli anni successivi, Cagliostro si recò a Roma dove si sposò [1].

Proprio a Roma, ebbe diversi problemi. Prima, fu arrestato per rissa e successivamente, secondo alcuni racconti, grazie alle sue doti di disegnatore, divenne un falsario.

Ben presto, però, dovette abbandonare Roma per recarsi a Bergamo dove venne nuovamente arrestato, questa volta con la moglie.

Una volta rilasciati, i due coniugi Balsamo si trasferirono in Francia dove conobbero Giacomo Casanova, che descrisse Cagliostro come: «un genio fannullone che preferisce una vita di vagabondo a un'esistenza laboriosa» [2].

Successivamente, la coppia si trasferì in Inghilterra, a Londra, dove Cagliostro finì nuovamente in carcere, questa volta per debiti.

Il ricco sir Edward Hales, convinto dalla moglie, pagò però i suoi debiti e, credendo che Cagliostro fosse un bravo pittore, gli diede l'incarico di affrescare alcune sale del suo castello: naturalmente, dopo aver visto i risultati dell'improvvisato pittore, lo cacciò via, senza immaginare che l'italiano, tra una maldestra pennellata e l'altra, gli aveva nel frattempo sedotto la figlia [3].

In ogni caso, i due coniugi Cagliostro, decisero di tornare in Francia, dove finirono entrambi in carcere per un curioso motivo: la moglie, invaghitasi di un facoltoso avvocato, aveva denunciato il marito per sfruttamento della prostituzione e, vistosi rinchiuso in carcere per mano della moglie, come ripicca, Cagliostro l'aveva controdenunciata per abbandono della casa coniugale.

Dopo alcuni mesi, di carcere, però, la signora Cagliostro decise di ritirare la denuncia e di tornare con il marito.

Si recarono a Londra, ma i guai della coppia non finirono: Cagliostro fu di nuovo arrestato per truffe come "predizioni sui numeri estratti al lotto" o furti di gioielli. Riusciva a convincere i legittimi proprietari a farseli dare facendogli credere di aumentarne il valore grazie alle proprietà miracolose di una polvere di sua invenzione [4].

L'ingresso nella massoneria

Il 12 aprile 1777 decise, insieme con la moglie, di entrare a far parte della massoneria, nella loggia "L'Espérance" e successivamente si recò in Olanda, a L'Aja, dove venne accolto nella loggia "L'Indissoluble".

I due coniugi, che nel frattempo avevano "acquisito" il titolo nobiliare di "conte", cominciarono una serie di viaggi tra la Germania e l'Europa dell'est fino a giungere in Russia.

A San Pietroburgo, Cagliostro si presentò anche come taumaturgo, guaritore e benefattore: non si faceva pagare dai poveri, ma solo dai ricchi.

A Varsavia, il principe Adam Pininsky, appassionato di alchimia, ospitò i due coniugi credendo che Cagliostro, grazie alla sua sapienza alchemica, potesse trasformare il piombo in oro, ma il fratello del principe svelò l'arcano: Cagliostro otteneva l'oro dal piombo semplicemente sostituendo il recipiente che conteneva il piombo con un altro contenente oro.

A Strasburgo, si professò medico preparando tisane a base di erbe, la cui ricetta è ancora oggi conservata, che, nonostante non sembrino avere nulla di speciale, contribuirono ad accreditare la sua fama di guaritore.

Il potente cardinale de Rohan, appassionato di alchimia, che si trovava proprio a Strasburgo, saputo della presenza in città di Cagliostro, lo volle conoscere e ne rimase affascinato.

Considerandolo un infallibile medico, lo portò a Parigi affinché curasse il cugino che, effettivamente, guarì.

Il rito egizio

Nel 1784, secondo quanto egli stesso raccontò nel memoriale del suo processo, Cagliostro ebbe una visione: la sua missione in terra era quella di fondare la Massoneria di Rito Egizio.

Cagliostro sosteneva che lo scopo del Rito Egizio fosse la rigenerazione fisica e spirituale dell'uomo, il suo ritorno alla condizione precedente alla caduta provocata dal peccato originale, attraverso ottanta giorni di attività iniziatiche.

Cominciò così a reclutare seguaci per la sua loggia, "La saggezza trionfante", ed, infine, si recò a Parigi dove fondò altre due Logge.

Per una volta, tutto stava andando secondo i piani dei coniugi Balsamo, ma, la sorte giocò un brutto scherzo al nostro Cagliostro.

La contessa De la Motte, che con il marito aveva organizzato una truffa ai danni della regina di Francia, per attenuare le sue responsabilità, accusò Cagliostro di essere l'ideatore del raggiro.

Così, Cagliostro, benché probabilmente innocente, fu nuovamente arrestato con la moglie e incarcerato nella Bastiglia.

Grazie ad un'abile difesa, fu riconosciuta l'innocenza di Cagliostro e della moglie, ma il re gli intimò di lasciare Parigi e la Francia.

I coniugi tornarono così a Londra dove, però, trovarono terra bruciata a causa della stampa dell'epoca che aveva raccontato i trascorsi giudiziari del Conte: da famoso guaritore Cagliostro era diventato un famoso truffatore.. al punto che dovette rinnegare il suo cognome originario, dichiarando di non essere lui Giuseppe Balsamo.

La fama di Cagliostro

Nel bene e nel male, però, il personaggio era ormai celebre, al punto di catturare persino l'attenzione di uno dei romanzieri più importanti della storia: W. Goethe.

Lo scrittore, in viaggio in Italia, volle prendere visione dell'albero genealogico della famiglia Balsamo e della «perfetta identità di Cagliostro e Balsamo» recandosi addirittura in visita dalla sorella e dalla madre di Cagliostro.

Tornato a Roma, grazie ad un salvacondotto, Cagliostro provò a ultimare il suo piano: ottenere il riconoscimento del suo rito iniziatico egizio, dalla Chiesa cattolica, ignaro del fatto che la Massoneria era bandita dallo Stato pontificio e punita con la pena di morte.

Infatti, Cagliostro, che era stato preceduto dalla sua fama, fu subito avvicinato da due spie che gli chiesero di essere iniziati alla sua Loggia per poi denunciarlo.

A seguito della denuncia, Cagliostro fu così arrestato, per l'ultima volta.

La morte in carcere

Le imputazioni erano gravissime: esercizio dell'attività di massone, di magia, di bestemmie contro Dio, Cristo, la Madonna, i santi, contro i culti della religione cattolica, di lenocinio, di falso, di truffa, di calunnia e di pubblicazione di scritti sediziosi.

Cagliostro, ottenne il permesso di scrivere al Papa, Pio VI, e si difese affermando di non sapere che, nel territorio papale, fosse vietata la Massoneria ed affermando il suo pentimento, ma implicitamente, ammise i fatti e l'unico premio che ottenne dalla Santa Sede fu quello dell'ergastolo, invece della pena di morte.

La sentenza di condanna di Papa Pio VI contro Cagliostro e la massoneria

Il 7 aprile 1791 il Santo Uffizio emise la sentenza:

« Giuseppe Balsamo reo confesso e respettivamente convinto di più delitti, è incorso nelle censure e pene tutte promulgate contro gli eretici formali, dommatizzanti, eresiarchi, maestri e seguaci della magia superstiziosa, come pur nelle censure e pene stabilite tanto nelle Costituzioni Apostoliche di Clemente XII e Benedetto XIV contro quelli che in qualunque modo favoriscono e promuovono le società e conventicole de' Liberi Muratori, quanto nell'Editto di Segreteria di Stato contro quelli che di ciò si rendano debitori in Roma o in alcun luogo del Dominio Pontificio.

A titolo però di grazia speciale, gli si commuta la pena della consegna al braccio secolare nel carcere perpetuo in una qualche fortezza, ove dovrà essere strettamente custodito, senza speranza di grazia..... Con una nuova Costituzione Apostolica si confermeranno e rimuoveranno non meno le Costituzioni de' Pontefici Predecessori, quanto anche l'accennato Editto di Segreteria di Stato proibitivi delle Società e Conventicole de' Liberi Muratori, facendosi nominatamente menzione della Setta Egiziana, e dell'altra volgarmente chiamata degli Illuminati, con stabilirsi contro tutti le più gravi pene corporali e segnatamente quelle degli eretici contro chiunque o si ascriverà o presterà a favore di tali sette. » [5]

Cagliostro venne così trasferito nella rocca di San Leo, in una cella, simile ad un pozzo, dove venne calato e dove morì 4 anni più tardi.

 

 

[1] Nel 1768, Giuseppe Balsamo sposò Lorenza Serafina Feliciani (nata l'8 aprile 1751).

Il certificato di matrimonio è tuttora conservato e attesta che il Cagliostro si chiama effettivamente Giuseppe Balsamo ed è figlio del fu Pietro, palermitano: e da questo ducumento che si ricava che il nostro Giuseppe non possiede nessun titolo nobiliare, né in particolare del nome di Cagliostro.

[2] Wikipedia: Cagliostro

[3] V. nota 2

[4] Comune San Leo: Cagliostro

[5] V. nota 2

 

Commenti  

 
+2 #1 RE: Cagliostroeso 2014-03-25 18:03
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