grandi battaglie
La frase, originariamente, continuava con un luogo ricordato per una vittoria celebre: Gaugamela. Infatti, non tutti sanno che questa frase fu attribuita per la prima volta ad Alessandro Magno [1] che la pronunciò prima della battaglia di Gaugamela, una delle battaglie che più ha appassionato gli storici, ma anche gli esperti di strategie militari.
Da lui, discenderà, infatti, la dinastia Giulia: Ottaviano, da lui adottato, diventerà, infatti, il primo imperatore di Roma. E' considerato, inoltre, uno dei più grandi generali e strateghi della storia: conquistò la Gallia e invase Britannia, Germania, Spagna, Grecia, Egitto e Africa. La battaglia di Alesia, è una delle battaglie più importanti da un punto di vista storico, ma anche strategico e, infine, ha persino implicazioni astrologiche, poiché mette in luce alcune caratteristiche del segno zodiacale di Giulio Cesare, il segno del Cancro. In pochi la ricordano, eppure, è citata persino nel fumetto di Asterix!!
Secondo quanto riportato dallo storico Erodoto, al termine della battaglia di Maratona (490 a.C.), che prese questo nome perché fu combattuta nei pressi di Maratona (piccolo villaggio a circa 37 km da Atene), fu inviato un messaggero ateniese (Filippide) che percorse correndo la distanza fra Maratona ad Atene per annunciare la vittoria. Questa leggenda fu la base per la moderna maratona, anche se la distanza che devono percorrere i moderni maratoneti (circa 42 km) è maggiore di quella che ebbe a percorrere Filippide (circa 37 km)! Nella storia, abbiamo molti casi di uomini che diedero la loro vita facendo sforzi sovraumani per salvare il proprio popolo, ma non tutti sono entrati nella leggenda.
Dopo la conquista di Babilonia, fino all'epoca indiscussa dominatrice della Mesopotamia, l'impero persiano aveva un unico rivale che avrebbe potuto ostacolare la sua egemonia in Medio Oriente: l'Antico Egitto. Per questo motivo, Cambise II, figlio di Ciro il Grande, decise di muovergli guerra. I persiani giunsero nei pressi della città fortificata di Pelusio (gr. Πηλούσιον), posto di guardia alla frontiera dell’antico Egitto, sulla via di Siria, verso il maggio del 525 a.C [1]. Lo scontro tra i due eserciti fu violento: per lo storico greco Ctesìa di Cnido, il numero di perdite subite dagli egiziani fu di ben 50.000 uomini contro 7.000 caduti persiani.
Anche perché, prima ancora degli storici, fu proprio il popolo ateniese a non mostrare troppa riconoscenza a Milziade: dopo soli due anni dalla grande vittoria fu accusato di tradimento e condannato a pagare una multa di 50 talenti con l'accusa di aver ingannato il popolo!
L'episodio della battaglia di Austerlitz è noto, ma sempre affascinante. Il protagonista è ovviamente Napoleone Bonaparte (nato ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769 nel segno del Leone), il mitico generale che divenne imperatore grazie al suo carisma, al suo genio militare ed al suo coraggio. Infatti, Napoleone era solito partecipare in prima linea alla battaglia per motivare e caricare i suoi soldati, anche dopo aver acquisito il titolo di imperatore. La battaglia di Austerlitz ed il celebre episodio della collina di Pratzen si prestano particolarmente a mettere in luce tutte le caratteristiche di Napoleone. Austria, Russia e Svezia avevano stretto tra loro un'alleanza per fermare l'espansione francese e Napoleone, divenuto imperatore nel 1804. |
|