La battaglia di Maratona: la prima strategia militare o colpo di fortuna?
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Curiosità e cultura è a cura di Germain Lacroix Home Cultura La battaglia di Maratona: la prima strategia militare o colpo di fortuna?

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La battaglia di Maratona: la prima strategia militare o colpo di fortuna?

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milziade-e-la-battaglia-di-maratonaLa battaglia di Maratona, che viene considerata come il primo importante scontro tra l'esercito persiano e l'esercito greco, nelle famose guerre persiane, rappresenta a tutti gli effetti un capolavoro di strategia militare, ma anche il primo probabile esempio di applicazione della strategia militare in battaglia.
Probabile perché, per molti, l'esito vittorioso dello scontro che porterà il primo maratoneta a correre ad Atene ad annunciare la vittoria con tanta foga da morire stremato, non fu preordinato da Milziade, il generale ateniese che dirigeva le truppe greche, ma rappresentò un vero e proprio colpo di fortuna.

Anche perché, prima ancora degli storici, fu proprio il popolo ateniese a non mostrare troppa riconoscenza a Milziade: dopo soli due anni dalla grande vittoria fu accusato di tradimento e condannato a pagare una multa di 50 talenti con l'accusa di aver ingannato il popolo!

La data esatta dello scontro non è certa, ma gli storici la fanno risalire ufficialmente al 12 settembre 490 a.C.

I motivi dello scontro tra persiani e greci

Alla fine del VI secolo a.C., Dario I, re di Persia regnava su un immenso impero che si estendeva dall'India alle sponde orientali dell'Europa. Suo padre, Ciro il Grande, si era avvicinato al territorio greco annettendo la Lidia e alcune colonie della Ionia al suo impero.

Una rivolta in queste colonie rappresentò la scintilla. Mileto, una città della Lidia in Anatolia (Asia minore), chiese e ottenne l'aiuto di Atene contro i persiani.

La sfida non piacque a Dario che decise di invadere la Grecia e di punire gli ateniesi, ma gran parte degli storici ritengono che l'annessione della Grecia fosse parte del piano espansionistico dell'impero persiano.

All'epoca, Atene era guidata dall'arconte (la massima carica militare) Temistocle che si preoccupava soprattutto di creare una potente flotta navale.

Le fasi della battaglia

Nel 490 a.C, mentre Dario di Persia faceva salpare la flotta, Atene inviò il suo esercito, guidato dal generale supremo Callimaco e dallo stratego (generale) Milziade con il compito di fermare le truppe persiane che stavano per invadere la Grecia. Inviò inoltre una richiesta di aiuto a Sparta che però tergiversò.

Milziade arrivò a Maratona, che sorgeva su una pianura e dispose le truppe, che secondo Erodoto vantavano più di diecimila opliti (fanteria pesante), in modo da impedire ai Persiani la via diretta per Atene.

L'esercito persiano era molto più numeroso (si pensa circa 30.000 soldati) ed inoltre vantava dei temibili arcieri. Tuttavia, Milziade convinse tutti i generali greci ad attaccare.

La parte centrale dell'esercito greco indietreggiò e indusse i persiani ad affondare il colpo. I lati dell'esercito greco però rimasero compatti e poiché i persiani nell'inseguire i greci che si ritiravano erano rimasti disordinati e scoperti, l'esercito persiano si trovò rinchiuso da quello ateniese come in una tenaglia.

Quando i persiani si accorsero che stavano per essere presi alle spalle, si diedero alla fuga per raggiungere le loro navi sulla costa.

Ecco una dinamica grafica dello scontro.

Prima fase

i greci in blu attaccano. Dopodiché la parte centrale dell'esercito greco retrocede mentre le ali restano compatte. I persiani inseguono i greci al centro.

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Seconda fase

I fianchi dell'esercito greco si chiudono come una morsa e aggirano l'esercito persiamo attaccandolo alle spalle. I persiani fuggono verso le loro navi.

battaglia-di-maratona2

 

Il racconto di Erodoto

Ed ecco come Erodoto raccontò la Battaglia di Maratona:

"La battaglia ingaggiata a Maratona durò lungo tempo. E al centro, dove erano schierati i Persiani e i Saci, loro alleati, avevano la meglio i barbari (i persiani): sicché da questa parte essi vincevano e, sgominate le file avversarie, inseguivano i nemici all'interno del paese. Alle due ali invece erano più forti Ateniesi e Plateesi. Ma questi, pur essendo vincitori, non si diedero ad inseguire la parte dei barbari che sfuggiva, mentre, facendo una conversione delle due ali, iniziarono a combattere contro quelle truppe che in quel momento avevano la meglio sugli Ateniesi al centro, e la vittoria così arrise agli Ateniesi. "

Esito della battaglia

Una volta recuperate le loro navi, i persiani, che per la maggior parte erano riusciti a sfuggire all'attacco greco, si diressero verso Atene, avendo compreso che la città greca aveva inviato a Maratona il grosso del suo esercito.

Milziade, tuttavia, diede prova nuovamente delle sue capacità strategiche: riuscì a capire le vere intenzioni dei persiani e convinse l'esercito ateniese a tornare immediatamente ad Atene per proteggere la città.

I persiani, vedendo che Atene non era sguarnita rinunciarono a sferrare l'attacco e si ritirarono in patria.

Cinque anni dopo la sconfitta di Maratona, l'imperatore persiano Dario morì. Suo figlio, Serse, dovette affrontare numerose rivolte interne all'impero (in Egitto e a Babilonia), prima di riprendere le manovre espansionistiche del padre verso occidente, dopo dieci anni, nel 480 a.C... alle Termopili!

 

Considerazioni finali

La vittoria ebbe una importanza storica notevole, come testimonia la leggenda del maratoneta, ma quello che non sappiamo è se davvero si trattò di strategia militare.

Molti storici, infatti, sostengono che, il primo esempio di ritirata strategica non si verificò a Maratona, ma, parecchi secoli dopo, con Annibale, a Canne!

 

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Venerdi, 26 aprile 2024
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